Giotto Ingresso a GerusalemmeLa pagina evangelica ci presenta la guarigione di dieci lebbrosi da parte di Gesù.

Riporto una riflessione del teologo Paolo Curtaz “Sono dieci. Dieci sono le dita di una mano, il numero dieci indica, in Israele, la totalità. Siamo tutti malati, tutti lebbrosi, tutti bisognosi. La loro vita si consuma nel vedere il loro corpo cadere a pezzi, marcio. La loro anima, da tempo, è morta, divorata dal giudizio della gente e dai sensi di colpa che li fanno credere colpevoli davanti al dio impietoso dei farisei. Appesi al giudizio impietosi degli altri, come noi, spesso. Dei dieci uno è straniero, nemico, un samaritano. La malattia e il dolore accomunano ogni uomo, senza distinzioni di religione o di etnia. La sofferenza è e resta l’esperienza più comune del vagare umano. Ce ne ricordassimo. Urlano il loro dolore, il loro abbandono, il loro lento ed inesorabile imputridire. Chiedono pietà, la compassione che nessuno offre loro. E, forse, sperano in un’ elemosina. Gesù chiede loro di andare dai sacerdoti per essere guariti.

A volte Gesù ci guarisce a rate, ci chiede di metterci in cammino per vedere dei risultati.

A volte Gesù, simpaticone, ci chiede di andare da un prete per essere guariti”

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