L’anno liturgico chiude con la grande rappresentazione del giudizio finale di Cristo. Egli appare come «Re» dell’umanità, seduto sul «trono della sua gloria». Due motivi attraversano il grande quadro. Il primo e centrale è che tutto ciò che facciamo o non facciamo al più piccolo dei suoi fratelli viene fatto o non fatto a lui stesso. Il secondo motivo dipende dal primo, che forma la dottrina di tutta la drammatica scena: il magnifico re e giudice si sente solidale con i più piccoli dei suoi fratelli, che non sono meno ragguardevoli, con gli affamati, assetati, stranieri, emigrati, nudi e senza tetto, malati e prigionieri. Soltanto nella solidarietà è re, come colui che è quindi disceso nelle più basse e miserabili situazioni umane e le ha ben conosciute.
Ogni uomo, la cui vita sarà esaminata un giorno dal giudice, dovrà spesso meditare questo: negli uomini fratelli più miserabili egli incontra da sempre il suo giudice. Noi tutti come uomini siamo membri di un unico corpo e quindi dobbiamo essere consapevolmente ed eticamente solidali.
Buona Domenica! Don Leonardo